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domenica 19 agosto 2007

APOLOGO SUL MITO DELL'AMORE

Mi sento in vena...discorsone: contraria la mito dell'amore creato nelle nostre teste da anni e anni di anatemi, consigli, testi di canzoni, poesie, reverenti racconti.....a tal punto che l'amore non si vive si pensa, si crea nel cervello, le relazioni sono idealizzate, mitizzate e non fatte di carne e ossa....si rinuncia ancora prima di sperimentare, non ci si fida più della saggezza ancestrale del corpo, relegato alla parolaccia "istinto" o "impulso", che è la memoria più antica del nostro essere umani...le persone diventano quadri da incorniciare nella nostra mente, divinità pagane che guidano i nostri giorni, lasciandoci bambini, ingenui... non fraintendetemi essere bambini è bellissimo: la fantasia l'immaginazione, è bello tornarci, ma sapere che l'uomo o donna della nostra vita, se ancora fossimo convinti della sua esistenza, non arriverà avvolto da un alone di luce....la cosa più saggia che mi è stata detta su questo me l'ha sfoggiata Esperanza, donna colombiana, ricercatrice presso gli indigeni del Cauca: "ho smesso di cercare la metà della mela, quello che cerco è un quarto d'arancia"! Contro l'assoluto riversato addosso un'altra persona che secondo il nostro oscuro mito dell'amore dovrebbe completarci come se due fosse l'unico numero possibile....
fuori dalle illusioni infantili di un amore perfetto credo al processo, all'evoluzione al cambio che si genera dall'incontro di due esseri umani che fragili e saggiamente animali si guardano, si odorano, si annusano si amano e costruiscono la strada vivendola e non pensandola prima, stupendosi, viaggiandosi.....

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