Pagine

giovedì 21 luglio 2011

Scipio Love Festival

Antonio e Antonia festeggiano oggi quarantacinque anni di matrimonio.
Antonia, che il marito chiama Antonietta ha un vestito a fiori, i capelli neri legati, lo sguardo da bimba incorniciato da un filo sottile di ombretto azzurro, Antonio ha la pelle scura e liscia, gli occhi vispi, la guarda di lato sorridendo.
I fiori sono offerti dal fioraio che cinquant'anni fa coltivava petali tra le mura dell'Ammirato.
Dell'allestimento di un gazebo per il rito si occuperà il falegname che in un tempo non ricostruibile aveva il laboratorio in una stanza accanto alla corte.
Al buffet penserà l'anziano barista, che portava i caffè ai sindaci riuniti nell'ANCI. Gli alcolici saranno gentilmente offerti dalla signora dei liquori che abitava al primo piano a destra.
Non sarà come uno dei tanti matrimoni civili che si celebravano qua dentro, ma un evento speciale, un festival dell'amore, in cui i mezzibusti si spos(t)ano, crescono soli nei tetti e le zagare ballano rock and roll.
Agli abiti penseranno le amiche di Antonia e lei stessa si cucirà con filo argentato un velo di tulle ricamato.
Andavano tutte insieme a scuola da una sarta al primo piano di Scipio.
La stanza era quella dove oggi dorme un architetto messinese, uno dei Trasformati che ascolta di notte le storie che le mura gli raccontano. E gliene raccontano tante.
Appendevano i vestiti fatti nel grande lampadario nero della stanza accanto, dove le clienti venivano a prendere le misure e a provarsi i capi.
Ogni mattina facevano colazione nella terrazza scipiona raccogliendo le arance dall'albero che arrivava fin lassù.
A turno cucinavano nella stanza adibita e a turno ogni mattina facevano calare un secchio dall'alto e prendevano l'acqua fresca dalla cisterna che stava in basso.
Quel secchio si è trasformato oggi nelle piastrelle blu scuro del bagno che se la ride a ricordarsi pozzo.
Le sartine sgattaiolavano ogni tanto a rubare le mandorle nella stanza vicino che una donna metteva a farsi tra le scatole di bottoni.
Non possiamo escludere che fossero gli stessi bottoni a camuffarsi nelle notti di luna piena primaverili in gusci dolci-amari.
Proprio dal terrazzo queste bimbette dalle mani d'oro si affacciavano scambiandosi sorrisetti complici ogni volta che i maschi del collegio vicino passavano in divisa. Tutti in fila indiana.
Lei guardava solo lui e lui alzando la testa vedeva lei. "Era piccola, ma bellissima".
Iniziò a corteggiarla, le lasciava ogni giorno un biglietto scritto con delle frasi che erano poesie agli occhi di Antonia.
Un giorno Antonio ha marinato la scuola, l'ha aspettata sotto, lei è uscita, l'ha visto, ha capito che era arrivato il momento.
Da quel giorno non si sono separati più.
Antonia e Antonio si sono innamorati tra terrazza e strada dell'Ammirato Scipioni e si sono sposati il 9 Luglio del 1966.
E' l'architettura dei sentimenti, quella che intreccia le storie d'amore alle trame di truciolato.
"Tutto si trasforma per amore". Era il motto "zen" di Scipio.
Love.

Nessun commento: