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martedì 20 settembre 2011

C'ERANO LE SPOSE, I GONFIABILI, I CAVALLI Ai margini di un congresso eucaristico


 Così un bimbo, nell'autobus che mi riportava a casa da uno degli ennesimi giri nel cuore della città,
descriveva il pomeriggio in centro a un amichetto.
Siamo nel mezzo di un Congresso Eucaristico con annessa visita del Papa ad Ancona e la città ha una faccia diversa.
Ho fatto vari giri per scoprirne rughe e sorrisi nuovi, cose che prima non c'erano.


Estemporaneità di un e-vento che come tale sconvolge come un vento che viene da fuori.
E' una settimana che il Tg regionale lancia il monito contro le auto, ma giovedì pomeriggio, quando mi aspettavo un'immensa isola pedonale, era solo più facile attraversare la strada.
In compenso, non so se per l'occasione, ho avvistato ben tre biciclette da passeggio per il centro, quelle bici che di solito in questa città le vedi guidate esclusivamente da immigrati nella zona degli Archi, la parte pianeggiante della città.
Facce da pellegrini o volontari, riconoscibili dall'immancabile pass e spesso dalla borsa a tracolla rossa. Attrazione della settimana il pass, viatico per trasporti gratuiti e “Colazioni del pellegrino” a prezzo stracciato in alcuni bar del centro; nonché  “Gelato del papaboys” in una gelateria, e le girls?
Le girls che ho visto avevano braccia forti per montare tende, gonfiabili, organizzare, gestire o facce da ragazzine libere di camminare per le strade a distribuire volantini.
Giovedì pomeriggio era il giorno del tempo libero e dello sport, il cui legame con un congresso eucaristico resta ignoto, ma si sa la chiesa fa tutto, fa giocare e fa fare gli sportivi.
Il centro si è popolato di bimbi e ragazzi che incuranti del perchè ci fossero i gonfiabili, hanno goduto di un centro trasformato in un luna park. Al tempo libero credo corrispondessero gli sbandieratori, le bande, le quintane nel mezzo del corso, con donne e uomini vestiti da dame, le “spose” e cavalieri senza cavallo, quasi tutti seri, composti, dame annoiate, cavalieri altezzosi. Difficile distinguere la rappresentazione dalla realtà.
In Piazza Pertini a lato dei mega gonfiabili per giocare a calcetto e pallavolo con la musica da discoteca, c'erano gli skaters non estemporanei, quelli che ogni giorno scivolano nelle rampe con l'ipod alle orecchie e la maglia dei Ramones. Mondi giustapposti, che sembrano non darsi noia, l'uno incurante dell'altro.


La faccia di Pertini guarda tutto, come sempre.
“I giovani non hanno bisogno di sermoni; i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, coerenza, altruismo”, così dice dalle pareti del muro accanto la bar.
Anche Stamira, poco più in là, semi nascosta da un albero frondoso, sta in bilico tra i mondi: giovane vedova che e ebbe il coraggio nel 1174 di dare fuoco a un barile di pece per incendiare le macchine d'assedio del Cardinale di Magonza, per conto di Federico Barbarossa, ha ora dietro di sè una delle tante bandiere giallo-bianche, presenti soprattutto in edicole e chioschetti per festeggiare la presenza del vaticano ad Ancona.
L'evento regala scene surreali anche fuori dal centro: cinque macchine di grossa cilindrata che scorrono una dietro l'altra a tarda ora nella zona del Piano,  piene di preti vestiti di bianco, venuti via forse da una delle celebrazioni religiose; due preti giovanissimi vestiti da francescani vecchio stile con la tipica acconciatura minimale in testa a chierica scoperta davanti alla stazione di Falconara; un crogiulo di pseudo preti con un mantello bianco con croce rossa alle dieci di sera davanti alla chiesetta di Posatora, in fila per due, due donne in nero a chiudere la fila, nessun fedele, nessuna celebrazione, uno di loro li fotografa, ne dirige i movimenti e le posizioni.
Loro imperturbabili al passaggio di chiunque, una scena leggermente inquietante, che riportava indietro a ere di sacrifici umani.
Sport al palaindor, giovani ballerine nel chiosco della Mole, presentazione del libro YOUCAT, il catechismo per i giovani con applicazione per cellulare che risolve tutti i dubbi sulla vita. Pertini è lontano. E poi concerti, personaggi famosi, via crucis, pranzi con i poveri, pacca sulle spalle agli operai in cassa integrazione della fincantieri, fuochi d'artificio, il tutto comunicato egregiamente in streaming, con video sul backstage della giornata più attesa: la domenica con papa Benedetto XVI,
messa per sposi e preti e poi per fidanzati.
Una mega macchina da grande evento, capillare, che ha coinvolto non solo Ancona e che corteggia il mare. Al porto avviene la celebrazione finale, i vescovi e cardinali hanno soggiornato su una mega nave, la Chiesa prende il largo. Ancona la guarda, ammicca da ogni lato, ha creato maretta il manifesto di Sel di benvenuto al Papa e ai pellegrini, ma non fa una piega il solito cartello messo in ogni dove, dalla Feltrinelli a Zara che domenica rimane aperta per lo shopping pre-Papa. Si sa che davanti a Dio si va vestiti bene. Tutti accolgono la festa in una città che di scombussolamenti ne ha pochi e di gorsse personalità in visita meno.
Il CEN, così amichevolmente si chiama il Congresso Eucaristico, è di certo una macchina ben più grande e organizzata di quella che lo ha preceduto del Festival Adriatico Mediterraneo che al mare di Ancona ha regalato sonorità e parole dal mondo, serate piene di gente, concerti ahimè non gratuiti come gli altri anni, perchè purtroppo i soldi erano meno.
Gli eventi del Congresso no, quelli erano tutti gratuiti, regali distribuiti a piene mani, qualcuno si è portato a casa persino una sedia apribile di cartone, a abitanti assonnati, lamentosi, annoiati, che almeno per qualche giorno hanno avuto qualcosa di cui parlare.
Cosa resta di tutto ciò?
Dove va il vento?
La città dorme ancora. Le folate improvvise, le mega macchine da evento, seppur “sacre”, cosa lasciano dietro di sé? Gli abitanti si sono ripresi la città? Hanno imparato che si può camminare di notte senza paura? Che si può stare seduti sulle panchine anche senza essere ospiti della Caritas?

“Promettimi che un giorno
cammineremo mano nella mano di notte,
restituendo a queste strade
il diritto di essere abitate.
Saremmo spinti
allora
non da e-venti,
ma da vento di mare
e movimenti di cuore.”



Ancona, 11 settembre 2011

(pubblicato da Il paese nuovo:

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